d.ssa Stefania SINIGAGLIA

d.ssa Stefania SINIGAGLIA
d.ssa Stefania SINIGAGLIA Presidente dell'AICCeF

ANNO 2011 NUMERO 2

LETTERA DEL PRESIDENTE

di Rita Roberto
Relazione all’Assemblea ordinaria dei Soci
del 30 gennaio 2011, a Bologna.

Cari Colleghi e Care Colleghe,
nell’ultimo anno appena trascorso abbiamo intrapreso una serie di iniziative che hanno portato dei cambiamenti significativi per la nostra professione Queste iniziative hanno richiesto anche l’adeguamento a nuove procedure, che alle volte hanno creato difficoltà ai soci, e di questo ci scusiamo, ma vi garantiamo che sono necessarie per il nostro profilo professionale. Mi riferisco al contratto di consulenza familiare e consenso informato, al nuovo regolamento che prevede i CFP (crediti formativi professionali),al nuovo Regolamento degli esami di ammissione a Socio effettivo, ai Convegni regionali sulla figura del consulente familiare tanto per citarne alcuni.
Colgo l’occasione di questa Assemblea per spiegare ulteriormente il perché di questi cambiamenti. Come sapete dal 1° gennaio 2008 in Europa è diventata possibile la libera circolazione dei professionisti (ratificata in Italia dal Decreto legislativo 9/11/2007, n.206 "Attuazione della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, nonché della direttiva 2006/100/CE che adegua determinate direttive sulla libera circolazione delle persone a seguito dell'adesione di Bulgaria e Romania" .Per quanto riguarda il Consulente Familiare, ma anche molte altre nuove e meno nuove professioni, lo Stato italiano si trova come sappiamo in una situazione di grave ritardo. Essa dovrà essere risolta e rispetto alla quale ci auspichiamo di poter essere presenti con il nostro contributo insieme al CoLAP (Coordinamento libere Associazioni Professionali) che cura i nostri interessi a livello nazionale. Questo particolare momento infatti, nella sua criticità e unicità, può rappresentare un'irripetibile occasione per partecipare a tavoli istituzionali finalizzati alla definizione e al riconoscimento di nuove figure professionali nell'ambito sanitario e/o socio/assistenziale/educativo tra cui quella del Consulente Familiare.
Correttamente la nostra Associazione ha inoltrato agli organi competenti la domanda finalizzata ad ottenere l’inserimento negli elenchi previsti dall'articolo n.26 della 'Direttiva Qualifiche'. La domanda della nostra Associazione è già passata positivamente al vaglio ministeriale e attualmente è all’esame del CNEL da cui auspichiamo parere favorevole. Aderire alla normativa europea nell’ambito della libera circolazione delle professioni è un primo importante passo che ci consentirà di permeare il rigido sistema nazionale e ci guiderà verso sensibili cambiamenti nei criteri di “riconoscimento” delle professioni.
Partendo dall'assunto che la libera circolazione delle professioni comporta un controllo dello standard formativo (titolo di studio, scuola di specializzazione,ore di formazione, ore di tirocinio, crediti formativi ecc.), per il Consulente Familiare in Italia si aprono delle possibilità che vanno prese in considerazione, uscendo finalmente da una situazione di stallo che si protrae purtroppo da molti anni e che non è più sostenibile.
In questa sede è solo il caso di ricordare che i Crediti Formativi Professionali (C.F.P), introdotti dal Regolamento Generale del 2010, risponde all’esigenza fondamentale, richiesta dalla normativa europea e nazionale, di dimostrare la formazione continua dei professionisti iscritti nel Registro dei Consulenti Familiari, per mezzo della Certificazione triennale di competenza, che l’AICCeF deve rilasciare ad ogni iscritto. E’ necessario che ogni socio acquisisca almeno 180 C.F.P ogni tre anni, con un minimo di 30 C.F.P. all’anno. Questo darà luogo al rilascio del certificato di competenza A.I.C.C. e F, che assicura :
• l'esercizio qualificato della Professione;
• il costante aggiornamento del Professionista;
• il corretto comportamento nei confronti degli utenti e dei colleghi;
• la possibilità di partecipare ai finanziamenti stanziati per incentivare i giovani professionisti ad aprire uno studio professionale.
Osservando la concreta e quotidiana situazione del nostro lavoro di Consulenti Familiari sappiamo che esso è svolto come volontariato nei vari consultori familiari privati aderenti all’Ucipem e anche al CFC, nella maggior parte dei casi, ma anche come lavoro dipendente presso Enti pubblici locali, quali Comuni e Regioni, e come libera professione. Potremo essere più precisi in merito ai dati statistici sulla professione, dopo aver esaminato le schede d’indagine (questionario anonimo) che abbiamo inviato a tutti i soci. Attualmente con la possibilità di accreditamento dei consultori privati presso le Regioni si apre una nuova possibilità di riconoscimento dei Consulenti Familiari inseriti nelle equipe consultoriali, purché gli accordi non ne prevedano l’esclusione a favore di altre professionalità. Ed è per questo motivo che l’Aiccef sta agendo in sinergia con l’Ucipem e il CFC, ma anche con tutti i Soci attraverso i Convegni regionali, chiedendo a tutti di supportare e tutelare la figura del Consulente Familiare.
Non possiamo dimenticare che sin dalla nascita dei primi consultori la figura del Consulente Familiare è stata il cardine su cui ha ruotato l’intera attività consultoriale. Con il nostro lavoro abbiamo contribuito in modo assai significativo a fondare e diffondere la consapevolezza che la consulenza familiare è con assoluta certezza un elemento “facilitante' in ambito familiare,educativo e sociale; abbiamo inoltre testimoniato con la nostra professionalità come la consulenza familiare possa contribuire al benessere dell’individuo della coppia e della famiglia, quindi della società tutta. Questo risultato è notevolissimo e prezioso, è da considerare un importante traguardo e come tale va difeso e valorizzato; si tratta di un capitale esperienziale, culturale e scientifico enorme, umano ed appassionato. Talvolta la consulenza familiare in alcuni ambiti lavorativi è stata confusa con la mediazione familiare o il counseling o è stata utilizzata da operatori non ben formati e privi delle necessarie competenze. Ma nella maggior parte dei casi l'intervento consulenziale è stato condotto con competenza, serietà e professionalità, radicandosi gradualmente nelle strutture, soprattutto consultori familiari e centri di consulenza familiare, studi privati sparsi sul territorio nazionale. Ciò significa che nelle diverse realtà lavorative in cui si sono trovati ad operare molti di noi hanno saputo mettere a frutto con serietà e professionalità le proprie capacità e le competenze acquisite negli innumerevoli corsi organizzati dalle 4 scuole accreditate dall’Aiccef: Bologna, Napoli, Roma, Taranto.
Le Scuole accreditate hanno avuto il grande merito di diffondere la cultura, la metodologia della consulenza familiare, un modo di “essere consulenti familiari” e si sono, nel corso degli anni, sempre più professionalizzate.
E’ ora auspicabile che queste continuino ad avere sempre più un ruolo di rilievo anche nel futuro quadro formativo, conformemente alle nuove norme comunitarie a cui l’Aiccef ha aderito. Per uniformare i linguaggi e rendere la nostra formazione omogenea, abbiamo già dallo scorso anno invitato i Direttori delle Scuole a partecipare, almeno una volta all’anno, al Consiglio Direttivo con lo scopo di confrontarci sulle metodologie, le fasi formative, le modalità di verifiche e di rilascio dei diplomi. Attualmente sempre in quest’ottica si è costituito un “gruppo di studio”, formato da rappresentanti delle quattro Scuole e del Consiglio Direttivo per delineare il percorso formativo abilitante al ruolo di consulente familiare supervisore.
Tutto questo lavoro va a rafforzare il processo identitario avviato dal Consiglio Direttivo, sostenuto dalla Segreteria, dalla Redazione e dai Soci tutti, nel corso degli anni, attraverso le Giornate di Studio , la nostra Rivista e il nuovo Regolamento che ci ha portato ad avere oggi un profilo professionale chiaro e ben definito al quale possiamo e dobbiamo aderire rafforzandolo e diffondendolo in ogni ambito nel quale lavoriamo.
È importante adesso che non si creino divisioni ma si accolgano le forze di tutti i consulenti familiari, professionisti che in questi anni hanno contribuito alla costruzione della “casa comune Aiccef”, anche in considerazione del fatto che l'entità numerica a cui siamo giunti non è un elemento di secondaria importanza. Questa sembra essere l'unica possibilità per uscire da una situazione di stallo, prettamente italiana, che rallenta il nostro riconoscimento e permetterebbe ad altri professionisti di svolgere la nostra antica professione.
Abbiamo questo bellissimo patrimonio comune culturale, metodologico ed esperienziale da portare avanti e questo lavoro non è contro altre professioni ma porta con se l'intento di lavorare sinergicamente per l’individuo, la coppia e la famiglia. Ogni professione può e deve dare il suo contributo senza ostacolarsi a vicenda reclamando un diritto di esclusività in questo campo. Vorrei tanto si uscisse dalle diatribe tra le professioni, che non portano a nulla, mentre il lavoro dell'Aiccef va nella direzione di professionalizzare sempre di più la figura del Consulente Familiare, dandogli tutti gli elementi per essere al passo con i tempi e tutelato nella sua dignità.

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