Care Colleghe e cari
Colleghi,
scrivo queste righe
avendo ancora vive dentro di me le risonanze dell’ultima Giornata di studio e
degli avvenimenti che l’hanno preceduta. Andando per ordine esprimo grande
soddisfazione per la numerosa affluenza alla sessione d’esame a Socio effettivo
del 18 aprile. Abbiamo esaminato, in 4 commissioni, 30 consulenti familiari che
hanno superato positivamente il colloquio e sono stati ammessi nell’Elenco
della nostra associazione. Questo è un segnale molto importante di
consapevolezza dell’importanza di essere iscritti ad un associazione
professionale nel rispetto soprattutto delle persone che si rivolgono a noi e
che hanno diritto di sapere che siamo professionisti ben formati e con un
chiaro profilo professionale. So che a questa consapevolezza hanno grandemente
contribuito sia i Consiglieri che svolgono le lezioni del modulo Aiccef durante il triennio sia le Scuole di
formazione e per questo ringrazio i Direttori
che sono anche intervenuti al Consiglio direttivo portando il loro
contributo in termini di suggerimenti e richieste.
A seguire abbiamo
realizzato un momento formativo/informativo con i Referenti Regionali a cui
abbiamo ampliato la precedente delega inserendoli anche nell’organigramma dell’Associazione.
Nelle pagine di questo numero troverete un articolo che ne delinea le funzioni,
prima fra tutte quella di “ponte” che avvicina all’Associazione i Soci delle
varie regioni e li mette in comunicazione tra loro accorciando le distanze e
creando positive sinergie locali.
Altro momento molto
bello e piacevole è stato l’incontro con la dott.ssa Michela Duè, cugina di
Giovanna Bartholini, che ci ha raggiunto il sabato sera per la presentazione
del libro Il Consulente di Coppia.
Durante la cena, insieme al Consiglio Direttivo, abbiamo avuto modo di parlare
di Giovanna, di condividere ricordi in un clima accogliente denso di emozioni.
Durante la presentazione della Giornata di studio ho avuto modo di ringraziare
pubblicamente la famiglia Bartholini per la concessione alla riedizione di
tutti i libri scritti da Giovanna, che costituiscono per noi un patrimonio
culturale importante. Il libro è stato donato a tutti i partecipanti e alla
relatrice dott.ssa Emiliana Alessandrucci presidente del Coordinamento delle
libere associazioni professionali CoLAP. La sua relazione ha focalizzato
l’attenzione della platea su temi quali: l’attestazione di qualità, la funzione
delle associazioni professionali e la forza che queste possono avere nel
proporre al mondo politico interventi mirati a tutelare e facilitare il lavoro professionale.
Certo quello che ha prospettato e gli argomenti che ha trattato, aprono un
punto di vista nuovo da cui guardare la nostra professione, che, come sapete, è
svolta dalla maggior parte dei soci in forma volontaria. Desidero soffermarmi
su questo punto per rassicurare quanti desiderano continuare a svolgere la
professione per volontariato, ma anche incoraggiare quanti vogliono effettuarla
in forma remunerata. Le due scelte sono assolutamente conciliabili ed hanno in
comune la professionalità che
entrambe devono mantenere per il bene delle persone che si rivolgono a noi e
per la tutela di una figura professionale presente sul territorio Italiano da
molto tempo e in maniera capillare.
L’AICCeF stessa è
nata con questo scopo e oggi può affermare di aver portato a compimento buona
parte dei punti fondamentali dello Statuto. Siamo molto cresciuti in questi
anni e possiamo essere orgogliosi dei risultati raggiunti. Ora abbiamo bisogno
di potenziare alcuni servizi associativi, primo fra tutti la Segreteria, ma
anche di rinnovare le cariche e dare maggiori deleghe che consentano a tutti di
fare squadra e collaborare ad un obiettivo
comune.
Per questo motivo vi
aspettiamo numerosi il 18 ottobre a
Bologna, presso il Camplus Bononia, in occasione della seconda Giornata di
Studio, poichè ci sarà l’Assemblea dei Soci e le Elezioni per il rinnovo dei
componenti del Consiglio Direttivo, dei collegi dei Revisori dei conti e dei Probiviri.
Verrete debitamente informati sulle modalità di proporre le vostre candidature
e sullo svolgimento delle operazioni di voto. Abbiamo bisogno dell’aiuto di
tutti per far funzionare al meglio l’associazione e il vostro impegno a
candidarvi ed a partecipare è molto importante.
Vi saluto
riproponendovi il brano “lezioni dalle oche”
di Milton Olson che pubblicai nel primo numero del 2005 quando accettai
il passaggio di testimone da Graziella Frera nella redazione della Rivista.
Lezioni dalle oche
Di Milton Olson
1 - quando un’oca, che vola nello
stormo, sbatte le ali crea una scia nella quale possono volare le oche che la
seguono. Volando in modo da formare una /\ l’intero stormo aumenta il raggio di
volo del 71% rispetto ad un uccello che vola
da solo. Le persone che condividono una meta e hanno un elevato senso
della comunità, possono giungere a destinazione più facilmente e velocemente:
esse infatti viaggiano condividendo gli sforzi e moltiplicando le risorse in
modo da raggiungere la massima sinergia.
2 – Ogni volta che un’oca esce dalla formazione e tenta di volare da sola,
sente subito il maggior attrito e la resistenza all’aria, e torna rapidamente
in formazione per trarre vantaggio dal potere di sfondamento che viene dalla
compagna che la precede a distanza ravvicinata. Se avessimo lo stesso buon
senso delle oche, resteremmo in formazione con coloro che condividono la nostra
meta e lavorano per la stessa causa.
3 – Quando l’oca che guida lo stormo si stanca, rientra nella formazione e
un’altra la sostituisce nel ruolo trainante di leader del gruppo. Vale la pena di alternarsi nei compiti più
estenuanti e difficili, in modo da condividere gli oneri del comando.
4 – Le oche che seguono la formazione a /\, lanciano dei feed-back positivi a
quelle che sono in testa per sostenerle e incoraggiarle nel mantenere la
velocità. Dare riconoscimenti a chi fa qualcosa a noi utile, oppure
confrontarsi in modo costruttivo migliora il clima, innalza la motivazione e
aumenta l’efficacia degli sforzi fatti.
5– Quando un’oca si ammala, si ferisce o viene uccisa, due compagne lasciano
la formazione e la seguono verso il basso per aiutarla e proteggerla. Restano
con lei fin quando non torna a volare o muore. Si lanciano allora da sole, si
uniscono ad un’altra formazione o raggiungono lo stormo di appartenenza. Se
avessimo la stessa empatia delle oche anche noi sapremmo sostenerci a vicenda
nei momenti più difficili e drammatici.
Questo piccolo dono traduce in immagine quello che è il nostro
camminare insieme e quello che si impara entrando nello “stormo” dei Consulenti
Familiari.
Grazie a tutti di cuore.
Rita Roberto
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