Care
Colleghe e Cari Colleghi,
è
proprio vero che la primavera fa fiorire tutto intorno a noi e anche l’albero
dell’AICCeF, che abbiamo curato con amore ad ottobre, è tutto fiorito e ne
abbiamo avuto riprova all’ultima giornata di studio del 14 aprile: siete
arrivati numerosi da tutt’Italia portando il vostro prezioso contributo di
presenza e di esperienza dando testimonianza di una professionalità forte e
qualificata che è al servizio della comunità. Quando ho visto la sala così
affollata mi sono commossa e ho pensato che a festeggiare la legge, che
regolamenta e tutela la professione, non
eravamo solo noi presenti ma tutta l’Associazione, soprattutto i fondatori che
con lungimiranza hanno piantato il seme di questo grande albero. Ringrazio
sentitamente il prof Domenico Simeone che ha tenuto una relazione chiara e
ricca di stimoli per aiutarci a trasformare i conflitti in opportunità, e tutti
Voi che nei laboratori avete prodotto riflessioni e contributi molto
significativi. In questi momenti d’incontro la nostra identità di consulenti
familiari, professionisti in formazione permanente, si arricchisce non solo
attraverso i contenuti teorici e metodologici proposti dai relatori ma anche
dallo scambio “vivo“ di esperienze lavorative e dalla condivisione di valori intorno ai quali ruota la consulenza
familiare.
Vorrei
che a tutti Voi arrivasse chiara e forte la consapevolezza che, grazie a questa
modalità formativa, nelle Giornate di studio tutti contribuiscono a creare e migliorare la metodologia della consulenza familiare. Quella al passo con i tempi
che risponde ai bisogni e alle aspettative delle persone che si rivolgono a noi.
Resta, comunque, la fedeltà alla parte originaria della metodologia, che è
inalterabile e costituisce l’asse portante del nostro lavoro: il rispetto, l’accoglienza incondizionata e
l’ascolto attivo e costruttivo della persona, della coppia e del gruppo
familiare, che mira alla tutela della loro salute e integrità relazionale.
Tutta
questa ricchezza la trovate puntualmente riportata nelle pagine di questa
Rivista “Il Consulente Familiare” che vi invito a considerare non solo come il
nostro organo d’informazione ( da alcuni ancora chiamato impropriamente
“giornalino”), ma come Documento di
un metodo in evoluzione e Strumento operativo per la consulenza
familiare. Dalla sua nascita ad oggi ha documentato la nostra storia,
mantenuto il contatto con i Soci informandoli e formandoli, con molti
consultori e altri ambiti socio-relazionali
dove è letta con molto interesse. Il mio auspicio è che proprio Voi la
possiate fa crescere divulgandola maggiormente, utilizzandola come strumento di
riflessione personale e nelle equipe, come testo bibliografico per gli allievi
delle Scuole accreditate e come mezzo di scambio e condivisione con altri
professionisti impegnati nella relazione d’aiuto.
I
miei ringraziamenti vanno anche al
Redattore per il puntuale e dettagliato
resoconto della Giornata di studio, alla Segreteria per la preparazione dei
materiali e della logistica, ai membri del Direttivo, ai Direttori delle Scuole
e ai Revisori dei conti per le innumerevoli attività del Consiglio Direttivo
che si sono svolte sabato 13 aprile. E’ con il contributo di tutti che possiamo
sostenere, difendere, divulgare e far crescere la figura del consulente
familiare e la metodologia della consulenza familiare, ricordandoci che il
primo riconoscimento non viene dalla legge ma da noi stessi, che abbiamo scelto
questo “cammino”, e dalle persone che ci hanno scelto e ci scelgono per una
relazione d’aiuto. Sento fortemente l’appartenenza alla “Comunità AICCeF”, come tutti Voi. Riflettendo sull’etimologia della
parola comunità, essa deriva
dal termine communio, che
possiamo intendere secondo due significati, non separabili tra di loro, che
racchiudono il senso stesso della comunità: cum-munio, che
significa difendersi insieme; cum
munus che significa mettere
insieme i propri doni.
Ogni
comunità è l’ambiente dove si riceve accoglienza, protezione e nello stesso
tempo si mettono in comune i propri beni, le risorse umane e spirituali per il bene comune. Cioè si realizzano nella
comunità quelle condizioni ottimali nelle quali ogni singolo membro può
pervenire serenamente allo sviluppo della sua maturità e all’acquisizione di
condizioni indispensabili a una vita dignitosa e sicura. I due significati
sostanziano il senso di ogni comunità a cui ognuno di noi appartiene: quella
familiare, quella sociale, quella del lavoro, quella del tempo libero e quella
della nostra crescita umana e spirituale. L’AICCeF per me racchiude tutti
questi aspetti e sento che è il momento che si proponga in maniera più ampia
sul piano sociale. Fedeli a questo obiettivo di crescita individuale e
collettiva vi invito già alla prossima tappa della Seconda giornata formativa
sulla gestione creativa dei conflitti, il 26 ottobre prossimo.
Un
caro saluto e buon lavoro a tutti
Rita
Roberto
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