Care
Colleghe e Cari Colleghi,
si avvicina sempre di
più il mese di giugno e il nostro appuntamento a Trento con la Conferenza
internazionale “Famiglie Forti, Comunità Forti” e desidero in questa lettere
fare un focus sulla famiglia. A me piace presentarvela come un sistema vivente circolare, che muta e si adatta all’ambiente, in grado di
rigenerarsi autonomamente e di avere il doppio ruolo di gruppo primario e di
istituzione sociale. Come gruppo primario è caratterizzato da relazioni intime
ed esclusive, non aperte agli estranei, e come istituzione sociale risponde al
bisogno di identità ed appartenenza ma anche, sotto il profilo giuridico
normativo, alle aspettative che la società
ha su di essa, riguardo all’apprendimento e al rispetto delle regole sociali.
Il sistema familiare
può essere inteso come «relazione sociale»
tra i sessi e le generazioni dove le relazioni intergenerazionali sono un punto
cruciale per comprendere le dinamiche familiari. Questo sistema vivente è
caratterizzato da tre relazioni di base: la relazione con se stessi IO, quella
di coppia IO-TU (coniugale, di convivenza o di relazione tra i sessi, la
relazione di filiazione generativa o relazione di generazione), e quella del
gruppo familiare il NOI.
Ancor più mi pace l’origine del concetto di famiglia, in senso archetipico e più
profondo, che sta nel cuore, nella mente, nell’anima e nel corpo di tutte le
persone perché nasce nella relazione che ci genera.
Nella relazione d’amore, e sappiamo che non è per tutti
così, tra un uomo e una donna nel momento del concepimento ha origine la vita,
la storia di un nuovo essere che verrà al mondo e contemporaneamente la trasformazione
della storia della coppia in… famiglia. Questi passaggi non sono così
automatici né scontati, anzi nella mia esperienza molte volte aiuto le persone
a nascere come persone, come coppia, come genitori, come nonni, come
famiglia. E’ da quella relazione di coppia
che ogni essere umano nasce, maschio o femmina, più o meno desiderato, per
amore o per forza, legittimo o illegittimo, ricco o povero, bianco o di colore
…. ed ha bisogno di cure, fisiche e
psichiche, di protezione, di regole e permessi per diventare adulto ed
inserirsi nella società.
La famiglia può essere il luogo dove apprendere l’arte del vivere secondo cicli
e ritmi naturali, luogo che educa il cuore attraverso le tante dimensioni dei
rapporti d’amore oppure luogo di disagio e di dolore. Può essere quello spazio
privilegiato di costruzione sociale della realtà, dove i rapporti familiari restituiscono significato all’esperienza
personale di eventi come nascere, crescere, procreare, invecchiare e morire. Ristabilire
armonia all’interno della famiglia è ristabilirla nella famiglia umana, la splendida armonia che si trova
dappertutto, dal microcosmo al macrocosmo, di cui ogni uomo è portatore
avendone il seme nel cuore. La
famiglia in questo senso raduna in sé le dimensioni più universali e più intime
di ciascun individuo ed è al centro di archetipi sociali e miti che la pongono
come realtà astorica e omogenea, non come un «terminale» del mutamento sociale,
ma uno degli «attori della direzione e
del senso del mutamento».
Per guardare la famiglia da questa prospettiva
bisogna avere gli occhi di un bambino innocente e fidarsi di ciò che si sente
piuttosto di ciò che appare. Per il bambino
« la famiglia è mondo» , come
afferma Berger nel suo libro «La dimensione sociale della vita quotidiana», tutto il suo mondo fatto di persone, cose e di significati molto importanti per
lui. Solo in
seguito il bambino, crescendo, incomincia a vedere la famiglia come luogo
protetto e sicuro da cui guardare il mondo.
All’inizio della vita la famiglia è l’unico mondo conosciuto ed è
il punto di partenza per il viaggio
nella società che non è mai lineare ma circolare, come il ciclo della vita,
delle stagioni, del tempo.
Questa prospettiva osserva la famiglia
attraverso l'esperienza soggettiva che le persone ne fanno nel corso della
vita: la famiglia viene così proiettata
in una prospettiva temporale dinamica nella storia di vita della persona, che si espande per cerchi concentrici
come nei
tronchi degli alberi, e in base all’età e alla consapevolezza, passa di cerchio in
cerchio crescendo.
Arrivederci a Trento
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